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Sono un prete stufo di fango

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Sono un prete. Un prete della Chiesa cattolica. Uno dei tanti preti italiani. Seguo con interesse e ansia le vicende del mio Paese. Non avendo la bacchetta ma­gica per risolvere i problemi che affliggo­no l’Italia, faccio il mio dovere perché ci sia in giro qualche lacrima in meno e qualche sorriso in più.

Sono un uomo che come tanti lotta, sof­fre, spera. Che si sforza ogni giorno di es­sere più uomo e meno bestia. Sono un uo­mo che rispetta tutti e chiede di essere ri­spettato. Che non offende e gradirebbe di non essere offeso, infangato. Da nessuno. Inutilmente. Pubblicamente. Vigliacca­mente.

Sono un prete che lavora e riesce a dare gioia, pane, speranza a tanta gente bi­strattata, ignorata, tenuta ai margini. Un prete che ama la sua Chiesa e il Papa. Un prete che non vuole privilegi e non pre­tende di far cristiano chi non lo desidera, che mai si è tirato indietro per dare una mano a chi non crede.

Un prete che, prima della Messa della se­ra, brucia incenso in chiesa per elimina­re il fetore sprigionato dalle tonnellate di immondizie accumulate negli anni ai margini della parrocchia in un cosiddet­to cdr e che vanno aumentando in questi giorni.

Sono un prete che si arrabbia per le inef­ficienze dello Stato ai danni dei più debo­li e indifesi. Che organizza doposcuola per bambini che la scuola non riesce ad inte­ressare e paga le bollette di luce e gas per­ché le case dei poveri non si trasformino in tuguri.Sono un prete, non sono un pedofilo.

So che al mondo ci sono uomini che pro­vano interesse per i bambini e, in quanto uomo, vorrei morire dalla vergogna. So che costoro sono molti di più di quanto credono gli ingenui. So anche che poco o nulla finora è stato fatto per tentare di ca­pire e curare codesta maledizione.

Piaga purulenta la pedofilia. Spaventosa. Crudele. Vergognosa. Tra coloro che si so­no macchiati di codesto delitto ci sono pa­dri, zii, nonni, professionisti, operai, gio­vani, vecchi e anche preti.

Giovedì sera, trasmissione Annozero di Michele Santoro. Tantissimi italiani guar­dano il programma. Si discute di Silvio Berlusconi. Alla fine esce, come al solito, il signor Vauro con le sue vignette che do­vrebbero far ridere tutti e invece, spesso, mortificano e uccidono nell’animo tanti innocenti. Ma non si deve dire. È politi­camente scorretto. È la satira. Il nuovo i­dolo davanti al quale inchinarsi. La sati­ra, cioè il diritto dato ad alcuni di dire, of­fendere, infangare, calunniare gli altri sen­za correre rischi di alcun genere. Una vi­gnetta rappresenta il Santo Padre che par­lando di Berlusconi dice: «Se a lui piac­ciono tanto le minorenni, può sempre far­si prete». Gli altri, compreso Michele Santoro, rido­no. Che cosa ci sia da ridere non riesco a capirlo. Ma loro sono fatti così, e ridono. Ridono di un dramma atroce e di inno­centi violentati. Ridono di me e dei miei confratelli sparsi per il mondo impegna­ti a portare la croce con chi da solo non ce la fa. Ridono sapendo che tanta gente da­vanti alla televisione in quel momento si sente offesa in ciò che ha di più caro e sof­fre. Soffre per il Santo Padre offeso e per­ché la menzogna, che non vuol morire, ancora riesce a trionfare. Per bastonare Berlusconi, si fa ricorso alla calunnia. E gli altri ridono.

Vado a letto deluso e amareggiato, sempre più convinto che con la calunnia e la men­zogna – decrepite come la befana o come le invenzioni di qualche battutista e di qualche sussiegoso giornalista-presenta­tore televisivo – non si potrà mai costrui­re niente di nuovo e stabile. E il giorno dopo scopro che alla Rai, final­mente, stavolta qualcuno s’è indignato. Spero solo che adesso Vauro e Santoro e qualcun altro che non sto a ricordare non facciano, loro, le vittime. E che in Italia ci sia più di qualcuno che comincia a farsi a­vanti e, senza ridere, dice chiaro e tondo che non si può continuare a infangare im­punemente quegli onesti cittadini dell’I­talia e del mondo che sono i preti.


da 'Avvenire', 23-1-2011

 Roberto Maggiani - 31/01/2011 02:30:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Cara Maria, il tuo intervento è chiaro e sensato e lo condivido in ogni virgola.

 Maria Musik - 29/01/2011 08:51:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Ho pensato molto a lungo, prima di intervenire, perchè un commento è uno spazio troppo breve rispetto alla questione. Credo che, se ne troverò il tempo e la giusta cura, scriverò un articolo in proposito.
Per ora mi limito ad alcune riflessioni. La prima è sull’effetto stigma che si ingenera su alcune categorie di persone. I religiosi sono da tempo uno di questi gruppi. Quando si dice prete si evoca istantaneamente una categoria che, per i non confessionali, corrisponde spesso a "persone ottuse, bigotte, pedofile, che non lavorano, ricche senza merito, potenti,...". E, qui, casca l’asino che sonnecchia in ognuno di noi. Ci pesano addosso i secoli in cui la voce ufficiale della Chiesa Cattolica ha creato stigma di non lieve gravità: donne strumento del diavolo, scienziati nemici della Verità biblica, omosessuali deviati o malati, comunisti scomunicati, ecc. E noi, come reagiamo? Contrattaccando con altrettanti stereotipi. Allora, vuol dire che non siamo, poi, tanto diversi. Siamo figli di una cultura del discredito, non ci/li superiamo portando il discorso sull’argomentazione del nostro dissenso. Non mi riconosco più da tempo nella Chiesa Cattolica ma conosco e sono amica di preti, frati, suore e simili che vivono - nel quotidiano che non fa notizia - carità, dedizione, rispetto per la dignità umana, povertà "scelta", servizio agli ultimi. E soffrono, soffrono molto per i mali della Chiesa alla quale appartengono ma anche per il peso del giudizio altrui. Il problema che noi stessi ci "autoetichettiamo" e difendiamo il nostro gruppo elettivo di appartenenza in maniera, spesso, autoreferenziale. Non è un giudizio: è una constatazione e, nel calderone, ci sono anche io. Allora, il punto è: posso dissentire senza giocare sporco? Il Papa, ad esempio: posso affermare che ciò che ha detto, in una certa occasione, è per me inaccettabile senza aggiungere battute scadenti sulla sua presunta omosessualità? Perchè se affermo che la Chiesa è omofoba ma, quando viene eletto il nuovo Papa, non trovo niente di meglio da obiettare se non insinuare che se la fa con un Monsignore, che sto facendo... autogoal? Posso affrontarlo sulle idee, come persona e come voce che per il suo peso ha altrettanta responsabilità, e non colpirlo trasversalmente?
E Berlusconi: non avreste preferito vederlo cadere perchè ha scandalosamente abusato sia della sua ricchezza, costruita a discapito dei più sia dei poteri affidatigli piuttosto che per le sue abitudini sessuali? E, non vi chiedete perchè, da tempi immemorabili, il sesso e le abitudini o preferenze sessuali fanno traballare o crollare governi ed istituzioni più dell’aver lucrato o aderito ad azioni belliche di dubbia motivazione o attentato a libertà di parola e di pensiero? Perchè, nel confessionale ci si concentra tanto su ciò che accade in camera da letto e si tralascia ciò che si è fatto in banca o alle urne o sul posto di lavoro o mentre compilavamo il 730 o quando facevamo a pezzi la reputazione di un’altro o quando negavamo aiuto al nostro prossimo (non il bimbo bielorusso da adottare a distanza ma mio figlio, la mia vicina di casa, il polacco beone che vive nella tenda piantata nel prato di fronte casa)? Masse di donne pensanti hanno fallito dove le dichiarazioni di una escort hanno aperto una falla irrichiudibile. Salomè può ottenere la testa di un giusto su un piatto d’argento e cambiare la Storia ma la metà dei votanti di un Paese e, forse, dei suoi deputati non riescono a difendere la Costituzione e lo Statuto dei Lavoratori?
Non so se sono riuscita a spiegare ciò che mi angustia e a farlo senza banalizzare troppo ma vorrei che ognuno di noi si confrontasse con gli altri sulla base di argomentazioni forti, sui valori, le credenze, le attese di giustizia. Non voglio dichiararmi femminista o etero o omosessuale o cattolica o atea o... Voglio avere voce in capitolo perchè sono una persona e sentirmi libera di dissentire anche sui miei "gruppi d’appartenenza" perchè restino gruppi e non diventino lobbies. Non è qualunquismo, non rinuncio alle mie idee nè alla necessaria aggregazione con altri, ma vorrei rimanere abbastanza lucida da non cadere sempre negli stessi errori.
Quanto alla satira... è satira: se non morde, non funziona. Stiamo qui a parlarne, quindi, pur nel suo cattivo gusto, ha funzionato!

 Emanuele Di Marco - 27/01/2011 21:55:00 [ leggi altri commenti di Emanuele Di Marco » ]

vorrei ribattere, Ignazio, e ne avrei gli argomenti... vorrei spiegarglieli questi argomenti; spiegarle che anche i preti ed il Papa meritano considerazione e riguardo; mostrarle quanto siano essi elementi portanti della nostra società, anche con le loro pecche; come siano uomini, bisognosi anche loro di comprensione...
ne ho perso la voglia, però...
magari qualcuno lo farà al posto mio, magari no.
sappia, comunque, che, per natura e per cultura, rispetto la sua opinione.

 Ignazio Jimenez - 27/01/2011 19:32:00 [ leggi altri commenti di Ignazio Jimenez » ]

Emanuele forse dovresti accettare il fatto che non tutti la pensano come te, che non tutti sono cattolici, che non tutti ritengono la chiesa e il papa infallibili. Forse dovresti renderti conto che la palese omofobia del papa e dei vescovi è vissuta da chi ha una testa pensante come un’offesa al cristianesimo.

 Emanuele Di Marco - 27/01/2011 18:08:00 [ leggi altri commenti di Emanuele Di Marco » ]

vorrei davvero capire perchè non sia possibile accettare, in buona fede, la buona fede di questo sacerdote.

vorrei veramente comprendere come si possa continuare a giudicare così malevolmente l’operato di una Chiesa che trova la Sua incarnazione in un papa di rarissima statura morale.

vorrei aggiungere, infine, che l’odio aprioristico che viene espresso da troppi commenti in questa sede (e che ho subìto anche in altre occasioni) comincia davvero a dispiacermi nel profondo e a togliermi concretamente ogni voglia di confronto.

vorrei, su ’la recherche’, incontrarmi con ’ricercatori’ ma, se si tocca l’argomento Chiesa, incontro solo contendenti, come in un qualsiasi altro forum di quelli che ho abbandonato in passato.
e questo è terribilmente triste e porta con sè un evidente interrogativo di fondo.

 Emanuele Di Marco - 27/01/2011 17:28:00 [ leggi altri commenti di Emanuele Di Marco » ]

Ignazio,
le risposte alle tue 3 affermazioni sono:
no;
non è vero;
non è vero.

 Ignazio Jimenez - 27/01/2011 15:39:00 [ leggi altri commenti di Ignazio Jimenez » ]

Chissà se questo prete va a letto deluso ed amareggiato anche per l’omofobia della chiesa, per l’odio verso il diverso propagandato dal papa, per l’appoggio dei cardinali a berlusconi che proprio santo non è, o per gli scandali dello Ior. E chissà perchè quando si sentono alla televisone grevi battute omofobe o che ledono la dignità delle donne (come l’intervento di berlusconi al rogramma di Lerner) tutti i bravi pretini dormono sonni tranquilli. Mah, la satira è cattiva quando va in una certa direzione, come al solito, e sacrosanta quando va in un altra....

 Nando - 26/01/2011 23:09:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Conosco e stimo i precedenti commentatori per cui, pur nelle inevitabili differenti loro sensibilità, mi sembra di poter riconoscere in loro valori comuni. Da credente cattolico(pessimo, per mie colpe) condivido, evidentemente, in modo particolare Fiammetta(la sua sollecitazione provocatoria mi ha spinto a commentare, altrimenti avre taciuto per mia incapacità di espressione)e Emanuele; apprezzo di Loredana lo spirito di andare oltre il limite per raggiungere una qualità etica degna di questo nome. Tuttavia, voglio però aggiungere, che nulla si pronuncia invano. E, purtoppo, anche la satira non sfugge a questo destino: diventa un vettore culturale e crea opinione, e non tutti abbiamo la capacità critica di affrontare i messaggi proposti. Per questo motivo, anche diffido di chi invoca il favore popolare, perché spesso il consenso si fa nascere per induzione...

 Fiammetta Lucattini - 26/01/2011 20:17:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Caro Emanuele, grazie per aver segnalato l’articolo di un prete "qualunque" che, però, ha ancora il coraggio di affermare che ama la sua Chiesa ed il suo Papa. Anche io li amo e non mi vergogno di ribadirlo da queste pagine. Papa Benedetto XVI non ha esitato a ripulire la Chiesa dai preti pedpfili e continuerà a farlo...
Molti dovrebbero leggere "Luce del mondo" per capire come è "normale" il Papa di tutti gli uomini di buona volontà. Quanto alla vignetta era semplicemente di pessimo gusto ma, si sa, i palati diventano sempre più grossolani, come quello di Berlusconi ma anche come quello di coloro che ancora ridono dei preti mentre uno Stato imbelle, dove la destra e la sinistra affondano nel ridicolo, rimane inerte quando la gente non sa come arrivare a fine mese. E’ questo lo scandalo più vergognoso di cui dovremmo parlare. I pedofili, laici (i più) e i preti, dovranno vedersela con la giustizia umana (se ancora esiste) e divina (per i credenti).
Mi auguro che altri abbiano il coraggio di commentare...

 Emanuele Di Marco - 25/01/2011 18:34:00 [ leggi altri commenti di Emanuele Di Marco » ]

non ho dubbi. ma, ribadisco il concetto che il testo proposto esprime (oltre a molti altri e belli): la satira non può e non deve essere zona franca dove si può veicolare impunemente anche il più indegno dei messaggi...
mettiamoci nei panni di chi, da questo tipo di satira, è colpito; proviamo per un attimo a capire davvero questo sacerdote...
e se Vauro la prossima volta dicesse ’tutte le casalinghe sono prostitute’? oppure, ’tutti i bancari sono ladri’? o ancora ’tutti i politici sono mafioso’? certo, poi ci sono casalinghe che si prostituiscono, bancari che rubano, politici che sono collusi con la mafia: ma la satira che accomuna, etichetta, e sbertuccia colui che è pulito con quello che si è macchiato è dannosa, incivile e porta solamente divisione, umiliazione, morte sociale.
Poi, come sempre, rispetto il tuo pensiero ed i tuoi gusti.

 Loredana Savelli - 25/01/2011 15:09:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

La satira è sempre esistita e sempre si è ispirata alla realtà. Mai come ora. Non credo che basti una vignetta di Vauro per screditare un’istituzione e neanche per difenderne un’altra. La satira va presa per quello che è. Molto più seriamente va presa la realtà in cui si vive, la propria testimonianza alla luce della propria coscienza, al di là della finzione televisiva. Non siamo degli allocchi! Forse possiamo essere dei vigliacchi. Ma questo è appunto un problema di coscienza personale. Nessuna televisione e nessuna satira può averne una responsabilità diretta.
Questo penso e non sono né qualunquista nè dissacratoria.

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